Il gas è fondamentale per lo svolgimento delle attività di tutti i giorni. Pertanto, è necessario attivare una fornitura di gas al fine di poter usufruire del riscaldamento oppure per cucinare. Ci sono delle cose essenziali da sapere per scegliere il fornitore di gas a cui rivolgersi, come ad esempio il costo, che non dipende esclusivamente dalla volontà del fornitore.
Attivare la fornitura
La prima cosa da fare per attivare una fornitura del gas è quella di valutare diverse opzioni, ad esempio è possibile scegliere la tariffa gas su Facile.it, al fine di individuare la soluzione più confacente alle proprie esigenze di consumo. Dopo aver trovato il fornitore adatto, in genere, bastano pochi click per stipulare il contratto. I documenti richiesti, sono il documento di identità, il codice fiscale, la visura camerale in caso di fornitura per le società, ed allegati tecnici. In particolare, si intende l’allegato I/40, che attesta la corretta esecuzione dell’impianto, da far compilare al venditore ed all’istallatore; e l’allegato H/40, ovvero la conferma della richiesta di attivazione della fornitura di gas, che deve essere compilato dal venditore e dal cliente finale. È importante sottolineare che, per essere validi, tali documenti devono essere compilati solo da un idraulico abilitato ad esercitare la professione. Non bisogna dimenticare di inviare anche la copia della dichiarazione di conformità dall’impianto di fornitura di gas, necessaria per far sì che possa essere istallato un contatore. Prima di attivare la fornitura, l’azienda provvede all’esame di tutta la documentazione, ed in caso di esito positivo, comunica all’utente la possibilità di allaccio della fornitura del gas, previo controllo di un tecnico autorizzato presso l’abitazione indicata.
Il prezzo del gas
Ma come si fa a scegliere il fornitore giusto? Il primo parametro che si considera è la convenienza dell’offerta. Tuttavia, bisogna comprendere prima quanto costa effettivamente il gas. Il costo del gas varia quotidianamente. L’ARERA, tuttavia, fissa il minimo e il massimo del prezzo del gas SMC nel mercato tutelato, e tali valori devono essere tenuti in considerazione anche al fine di fissare le tariffe nel mercato libero. Tale prezzo, inoltre, varia a seconda della zona geografica di residenza. Il gas è aeriforme: proprio per questo, cambia volume in base alla temperatura dell’ambiente. Temperature più basse, pertanto, richiedono più metri cubi di gas rispetto a quelli che si utilizzano con temperature maggiormente elevate. Nelle zone di bassa pressione, come quelle di montagna, poi, è più difficile il trasporto poiché il gas tende ad espandersi. Pertanto, viene stabilito un SMC, cioè il prezzo standard al metrocubo, in base alla divisione in 6 zone climatiche dell’Italia (la zona A indica la zona più calda e la F quella più fredda). Va tenuto in considerazione, per stabilire il prezzo, anche il livello dei consumi familiari ed ovviamente dell’offerta stipulata con il fornitore. Inoltre, sul prezzo influiscono le politiche dei mercati internazionali, dei Paesi dai quali viene acquistata la materia prima, nonché il prezzo della manodopera necessaria per estrarre il gas dai giacimenti.
Il coefficiente C
Come già detto in precedenza, il gas ha un costo che dipende dalla pressione e dalla temperatura. Tuttavia, il contatore, non è in grado di registrare tali variazioni, pertanto entra in gioco il coefficiente di conversione, chiamato anche semplicemente coefficiente C. Tale coefficiente, espresso mediante un valore alfanumerico, consente di convertire i metri cubi di gas “alterati” dalla pressione alla condizione standard, al fine di calcolare in maniera più precisa quanti sono i metri cubi effettivamente consumati. Il calcolo viene effettuato tenendo in considerazione la zona climatica, l’altitudine e il punto di estrazione: a ciò si moltiplica il coefficiente C per ottenere il l’SMC. Questo valore va poi moltiplicato per il costo della materia prima, al fine di ottenere il costo totale della bolletta da corrispondere al fornitore.
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