La messa a disposizione (https://madscuola.it/) è un canale previsto dalla normativa scolastica italiana tramite il quale gli aspiranti supplenti possono candidarsi per supplenze ed essere chiamati dai dirigenti scolastici in caso le graduatorie siano esaurite, comprese quelle delle scuole viciniori. Scopri qual è la procedura corretta per presentare l’istanza di messa a disposizione.
Che cos’è la messa a disposizione?
La Messa a disposizione (MAD) è un’autocandidatura informale che gli aspiranti docenti anche senza esperienza possono inviare ai presidi di varie scuole per proporsi come supplenti. Si tratta di un contratto a termine stipulato con un aspirante insegnante non incluso nelle graduatorie dell’istituto, ma che ha segnalato la propria disponibilità a ricoprire dei ruoli di supplenza più o meno brevi attraverso una candidatura spontanea e informale.
Quella che doveva essere un’eccezione, è ormai diventata una risorsa legalmente riconosciuta per la scuola a cui i dirigenti scolastici fanno ricorso nel momento in cui si trovano a corto di insegnanti da Gae (Graduatorie ad esaurimento), concorsi e graduatorie di istituto.
Una supplenza svolta attraverso la MAD rilascia comunque il punteggio per un’eventuale graduatoria, consentendo di aumentare le possibilità di ottenere in futuro un incarico nel mondo della scuola.
Tipi di Mad e requisiti
Con la messa a disposizione ci si può candidare non solo per insegnare, ma anche per lavorare sul sostegno, svolgere i corsi di recupero estivi o avere un ruolo da collaboratore scolastico. Infatti, sono 4 i tipi di messa a disposizione previsti dalla normativa:
• classica;
• sostegno;
• recuperi estivi;
• personale Ata (Amministrativo, tecnico e ausiliario).
Per candidarsi non servono abilitazioni, specializzazioni o esperienze pregresse: basta anche solo un diploma per presentare la messa a disposizione e assicurarsi una supplenza come docente, assistente tecnico o amministrativo. Ovviamente, possedere il titolo di studio richiesto per l’incarico a cui ci si candida rappresenta un requisito preferenziale. Possono candidarsi anche gli studenti universitari.
Come presentare l’istanza di messa a disposizione
La domanda di messa a disposizione può essere consegnata a mano, spedita tramite raccomandata A/R oppure inviata via PEC, ovvero la posta elettronica certificata, che ha lo stesso valore della raccomandata con ricevuta di ritorno. Le domande possono essere inviate anche con posta elettronica tradizionale, ma il rischio che vengano cestinate è elevato.
Per scrivere una MAD efficace è bene indicare dettagliatamente i propri dati anagrafici, i recapiti, il titolo di studio, l’eventuale possesso di abilitazione all’insegnamento e/o al sostegno e le esperienze pregresse. Inoltre, affinché la messa a disposizione inviata tramite PEC sia valida anche gli allegati (Curriculum Vitae, certificazioni, ecc.) devono essere firmati digitalmente.
La MAD può essere inviata in autonomia o attraverso l’utilizzo di piattaforme specializzate che mettono in contatto gli aspiranti docenti con centinaia di istituti.
Dove e quando è possibile inviare la MAD
Gli aspiranti docenti possono inviare la messa a disposizione in qualunque istituto, anche in province diverse da quelle in cui sono in graduatoria. Presentare l’istanza di MAD in diverse scuole è fortemente consigliato perché aumenta le possibilità di essere chiamati dai capi d’istituto, i quali faranno appello a queste autocandidature informali per riempire i vuoti d’organico, ma solo dopo l’esaurimento dei candidati presenti nelle graduatorie di istituto.
Per quanto riguarda i termini per la presentazione della domanda, non c’è alcun limite o scadenza: la messa a disposizione può essere inoltrata lungo tutto l’anno scolastico. Tuttavia, esistono dei periodi più fruttuosi per l’invio della MAD, e sono quelli in cui la richiesta di supplenze è maggiore.
A tal proposito, suggeriamo di presentare l’istanza nelle settimane che precedono l’inizio dell’anno scolastico, quando le segreterie devono fare i conti con quante cattedre resteranno scoperte, al rientro dalle vacanze natalizie (per candidarsi per i corsi di recupero), e alla fine dell’anno scolastico (per i corsi di recupero estivi).
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