Uno degli esami più importanti per la diagnosi e il monitoraggio di alcune malattie intestinali è quello della calprotectina fecale. Si tratta di un test che viene svolto su un campione di feci raccolte all’interno di un campione sterile e che non richiede una particolare preparazione.
Per assicurare una corretta rilevazione della calprotectina nelle feci è tuttavia fondamentale assicurarsi che queste non siano contaminate in alcun modo da urina o acqua. È inoltre consigliato raccogliere il campione per l’esame della calprotectina fecale di mattina e a digiuno, al fine di favorire una maggiore attendibilità del test che si può svolgere presso il laboratorio analisi San Donato Milanese.
Calprotectina fecale: cos’è e cosa indica
La calprotectina è una proteina di 36 kDa la cui funzione è quella di favorire il legame tra calcio e zinco. Non ha una sede ben precisa, in quanto si trova praticamente in tutto l’organismo. Una sua concentrazione più elevata si riscontra in una particolare classe di globuli bianchi: i granulociti neutrofili. Percentuali significative, seppur più basse, si hanno anche in macrofagi e monociti. Possiede una spiccata attività antimicrobica e svolge un’importante funzione nel contrastare la crescita di batteri e funghi.
Ma perché è utile ricercare la calcoprotectina nelle feci? Ciò è dovuto al fatto che in caso di infiammazioni gastrointestinali, i neutrofili migrano in quantità elevate nell’intestino, dove iniziano a rilasciare questa proteina per contrastare lo stato flogistico. In tal senso, quantità importanti di calprotectina fecale si possono considerare come marker di uno stato infiammatorio in corso a carico del tubo digerente.
Secondo molti studi la presenza di calprotectina tra le feci ha inoltre un riscontro diagnostico più attendibile rispetto a quello di altri marcatori tipici delle infiammazioni, come ad esempio PC e VES. Mentre la concentrazione di queste proteine si accresce infatti solo in fasi infiammatorie più avanzate, la calprotectina fecale viene rilevata già durante gli stadi iniziali. Questa sua caratteristica permette dunque di iniziare una terapia in maniera tempestiva, evitando complicazioni e facilitando notevolmente la diagnosi di molte patologie.
Calprotectina nelle feci: quando e perché farlo
La ricerca della calprotectina nelle feci è opportuna in presenza dei seguenti sintomi:
- Presenza di sangue nelle feci;
- Diarrea;
- Astenia;
- Perdita di peso;
- Febbre;
- Dolori e/o crampi addominali che persistono per più di qualche giorno.
In genere, insieme all’esame della calprotectina fecale vengono eseguiti altri test specifici sulle feci, tra cui:
- Coprocoltura;
- Ricerca del sangue occulto (FOBT);
- Esame dei globuli bianchi nelle feci.
Possono inoltre essere prescritte delle analisi del sangue, con lo scopo di rilevare i valori di altri markers, o un esame endoscopico. Quelli più utili a diagnosticare le IBD, ovvero le malattie infiammatorie intestinali, sono la colonscopia o la sigmoidoscopia. Tali accertamenti consentono al medico di effettuare una biopsia sul tessuto cellulare dell’intestino e verificare possibili cambiamenti istologici.
L’esame della calprotectina fecale ha il principale vantaggio di permettere una distinzione tra infiammazioni gastrointestinali e altre patologie che condividono la stessa sintomatologia. È inoltre un test utile per monitorare lo stato di una malattia già precedentemente diagnosticata. È il caso di IBS come il Morbo di Crohn o la colite ulcerosa. In questi casi la valutazione del livello di calprotectina delle feci non basta per una diagnosi, ma è utile per monitorare lo stato dell’infiammazione nel tempo. Altre patologie che causano un significativo rialzo della calprotectina fecale sono il tumore al colon e le infezioni da batteri o parassiti intestinali.
Infine, ecco i valori di riferimento per quanto riguarda la presenza di calprotectina nelle feci:
- Negativo: < 50 µg/g;
- Debolmente positivo: > 50 – 120 µg/g;
- Positivo: > 120 µg/g;
Nei bambini di età inferiore a 4 anni e nelle persone anziane la soglia minima di < 50 µg/g non è tuttavia da considerarsi, in quanto i valori di calprotectina fecale sono normalmente più elevati.
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